Oscar si sollevò dal
letto, il fiato corto e la pelle sudata. Doveva avere anche un po’ di febbre.
Si portò una mano alla fronte tentando di riprendere il controllo
dei suoi pensieri, quel breve sonno agitato le aveva portato solo incubi
e disperazione. Pian piano le tornarono in mente gli ultimi eventi, uno,
per la precisione, che l’aveva sprofondata nella più cupa angoscia:
Alain l’aveva baciata. Un bacio lieve, le ali di una farfalla che si posavano
su un fiore, labbra calde, morbide, ma..
Eppure lei…non aveva sentito..assolutamente
niente. Disagio, una gran pena, ma niente di più. Si sfiorò
le labbra, con la timidezza di chi vuole riscoprire sensazioni credute
perse ed invece ancora presenti, vive perché prepotentemente forti,
indimenticabili. André..André sì, il suo bacio era
stato di gran lunga più violento, più appassionato, ma non
solo perché strappato con la forza, no, forse non lo aveva scordato
mai perché..Era di André, del suo…del suo…
Amore..
Scansò le coperte, scese
in fretta dal letto, si rivestì. Doveva tornare al suo reggimento,
sciocchi e futili pensieri, c’era la guerra, fuori, su quello avrebbe dovuto
concentrarsi, non sull’amore. Non era stata una buona idea quella di tornare
a casa, il suo posto era per le vie di Parigi, di pattuglia coi suoi uomini,
fuggire non sarebbe servito a niente, non era servito mai, André
glielo aveva insegnato, forse però era tardi per imparare..!
Pioveva da giorni, ormai e Alain
cominciava ad esserne stanco. Come gli era saltato in mente di baciarla
e come aveva potuto solo pensare di desiderarla? Non aveva forse giurato
di odiare tutti i nobili fino alla fine dei suoi giorni, per quello che
avevano fatto al popolo e alla sua piccola Diane? Perché quella
Oscar era così diversa da tutti gli altri nobili? E perché
era una donna tanto desiderabile nonostante vestisse da uomo? I passi dietro
di lui furono attutiti dal rumore della pioggia. Si ritrovò con
André seduto accanto a lui e non si meravigliò quando gli
chiese:
“ Tu l’ami, non è vero?
“ Una domanda che era un’ammissione. Alain tentò di minimizzare
la cosa assumendo un’espressione divertita, ma gli servì a poco
perché André tornò alla carica. “ Me ne sono accorto,
sai? “ sorrise. “Sto per diventare cieco, è vero, ma per leggere
nei cuori delle persone la vista non serve. “
Alain si girò a guardarlo,
stizzito. “ Stai dicendo un mucchio di stupidaggini! Tu non diventerai
cieco, non sai leggere nei cuori di nessuno, non darti tante arie..E il
comandante Oscar è l’ultima persona che vorrei amare! “
André lo seguì
con lo sguardo mentre lo vedeva alzarsi. “ Certo che non vorresti..Nessuno,
però, può scegliere il suo stato di nascita o la donna di
cui innamorarsi, non come sceglierebbe un vestito o un cavallo…!”
“ Che paragoni idioti! Io sono
unico padrone della mia vita! “
André si alzò
e si pose di fronte a lui, serio e lo contraddisse dicendo: “ No, non è
vero, perché tu la sacrificheresti, la vita, per il nostro comandante
esattamente come farei io. Lo so quello che provi, per più di vent’anni
le sono stato affianco e per più di vent’anni mi sono sentito come
ti senti tu adesso. ”
La collera più viva
s’impadronì di Alain e i suoi pugni si strinsero in una feroce morsa.
Impallidì, nello sforzo che mise per dominarsi. André, però,
non si lasciò intimorire e concluse dicendo. “ Ad ogni modo sappi…Che
se proverai di nuovo a metterle le mani addosso, io ti ucciderò.
Lo farò, credimi, perché non ho nulla da perdere. “ Era tremendamente
serio e ciò rese più violenta e comunque prevedibile la reazione
di Alain. Mancò il primo colpo ma il secondo andò dritto
a segno sul volto di André che finì a terra. Gli fu subito
sopra, Alain, ma André si difese egregiamente, allontanandolo con
un calcio ben assestato. Iniziò uno scambio di colpi senza pietà,
si colpirono al volto, allo stomaco e il dolore ogni volta pareva distruggerli,
logorarli nell’anima oltre che nel corpo. Nessuno dei due, però,
avrebbe ceduto ai colpi dell’altro, ognuno aveva le proprie ragioni da
far valere e i propri istinti, le più accese, prepotenti emozioni
da liberare. Richiamati dalle grida soffocate e dai gemiti, oltre che dalla
pioggia che infuriava, i pochi soldati uscirono a vedere cosa stesse succedendo
e fu così che li trovarono, a battersi fino allo stremo, senza che
si accorgessero di loro o che accennassero a volersi fermare.
“Ehi, ma…quei due sono impazziti,
che facciamo? “ gridò Lassalle ad un compagno. Quello rispose con
un’alzata di spalle. “ Che vuoi che ti dica? “
“ A tentare di fermarli
per beccarle anch’io non ci vado! “ tenne a precisare un terzo commilitone.
“ Già..” fu il commento
di Lassalle. “ ..Ma così finiranno con l’ammazzarsi..Poi il nostro
comandante ammazzerà noi..!” Pierre stava per rispondergli quando
l’arrivo di un uomo a cavallo attirò la loro attenzione. Solo quando
fu a pochi passi da loro riconobbero che era Oscar. Tirò le redini
del cavallo che s’impennò paurosamente nel tentativo fortunatamente
riuscito di non travolgere i due che ancora si stavano battendo.
“ Cosa sta succedendo, qui?”
chiese Oscar con voce imperiosa. “ Soldato Grandier, soldato Soisson, che
cosa significa questo? Che state facendo? “
Pur se distrutto dalla
fatica, Alain riuscì a scherzare: “ Niente, comandante, io e Grandier,
qua, avevamo le idee un po’ confuse..Sa, comandante..dovreste provare anche
voi, magari la pioggia vi aiuterebbe a prendere una decisione e…”
Non riuscì a finire
la frase, Oscar era scesa da cavallo, aveva raggiunto Alain e lo aveva
colpito con un sonoro ceffone in pieno viso. “ Potevi dirmelo prima, soldato
Soisson, come vedi conosco metodi decisamente più efficaci che un
po’ di pioggia per schiarire le idee..! ” gridò e subito, di seguito:
“ E visto che non mi sembri tanto stanco, domani verrai di guardia con
gli altri tuoi compagni al Palazzo dell’Assemblea! E allora vedremo se
avrai ancora voglia di fare lo spiritoso! “ Quindi si avvicinò ad
André. Aveva in volto i segni della lotta e il fiato corto per lo
sforzo. Si guardarono negli occhi a lungo, prima che André trovasse
la forza per dirle, in un sussurro:
“ Avanti, adesso schiaffeggia
anche me. “
Oscar girò il capo da
una parte, la voce incrinata dall’emozione. “ Ma perché fai così,
André? Io..non ti capisco più..!” Poi, rivolta ai soldati
che avevano assistito alla scena: “ Rientrate, se non volete essere puniti,
subito! ” Gli uomini non se lo fecero ripetere.
“ Tu aspetta, Alain. ” ordinò.
Alain rimase in attesa. “Tu invece puoi andare, André.”
André trasalì.
“ Ma…Oscar..” balbettò.
“ Torna dentro, André..Aspettami
nel mio ufficio. “ André avrebbe voluto gridarle che non intendeva
lasciarla da sola con Alain, che avrebbe desiderato rientrassero tutti,
che lei lo abbracciasse e che gli dicesse che amava lui, solo lui e nessun
altro.
“ Va bene, Oscar. Farò
come vuoi tu. “ disse invece, col cuore spezzato. Oscar lo seguì
con lo sguardo e quando fu rientrato si rivolse al soldato rimasto in piedi
ad osservarli. “ E adesso dimmi, Alain, per quale motivo vi stavate picchiando?
“
Alain scoppiò a ridere
cercando di assumere un tono di voce sicuro. “ Se state pensando che ci
stessimo battendo per voi..beh..mi spiace deludervi, comandante! “
All’occhiata minacciosa di
Oscar, Alain sorrise di nuovo. “ Beh, vedete comandante..Ho pensato che
era il caso di smuovere un po’ André, sa..la rivoluzione è
vicina e non è bello che due persone che si amano continuino a far
finta di niente e a sprecare tempo prezioso. “
“ Non capisco di cosa tu stia
parlando..”
“ André vi ama, comandante
e anche voi lo amate e il fatto che ignoriate i vostri stessi sentimenti,
mi fa ribollire il sangue!” urlò Alain; quindi, non ancora soddisfatto
aggiunse: “ Dovreste smetterla di avere paura di voi stessa e correre da
lui e dirgli che lo amate! Ecco..non dovrei essere io a dirvi certe cose,
ma lo sapete, io dico sempre quello che penso. Avete veduto da sola quanto
era disperato il vostro André quando vi ho..baciata. ” aveva finito
in un bisbiglio ma Oscar l’aveva udito. Con voce tremula chiese: “ Ecco,
Alain, l’ hai detto. Cosa significava..quel bacio?” La sua voce aveva avuto
un tremito leggero ma il giovane non diede l’impressione di averlo sentito.
“ Nessun significato..Volevo
solo mostrarvi la reazione che avrebbe avuto André.”
“ Ma..André non era
con noi..”
“ Non sarete tanto presuntuosa
da credere che tutti si innamorino di voi, Madamigella Oscar! ” ribatté
Alain con sarcasmo. “ E adesso, se volete scusarmi, visto che domani ho
il primo turno di pattuglia..me ne vado a dormire. ” allacciò le
mani dietro la testa, sbadigliando. “ Niente male, comunque..Picchia duro
il vostro uomo, comandante!” E se ne rientrò ridendo. Oscar rimase
interdetta, immobile sotto la pioggia. Non capiva se realmente Alain aveva
voluto metterli alla prova o se nascondesse i suoi veri sentimenti. Sperò
vivamente per la sua serenità che si trattasse della prima ipotesi.
Quando la porta dell’ufficio
di Oscar si aprì e lei ne entrò, André balzò
in piedi cercando di mascherare l’agitazione che lo divorava. Lei lo fissò
in silenzio e André le chiese, con un filo di voce: “ Va tutto bene,
Oscar? “
Lei fece cenno di sì
con la testa, poi, d’improvviso, scoppiò a piangere mentre gridava
“ No, non va bene, André…” e si precipitava a riparo di quelle braccia
forti. “Sono stanca..” mormorò contro il suo petto caldo. “ Stanca
di dover fingere, di dovermi mostrare forte, di..” nascose ancor di più
il volto contro il suo petto.
“ Voglio..André, tienimi
stretta, André…”
Lui la strinse forte, ma il
suo sguardo era carico di domande. Ma perché ora Oscar parlava così?
Cosa gli stava chiedendo? Quale miracolo Dio stava facendo per lui? Oscar
gli stava domandando protezione..? O amore, forse? Il suo amore?
“ Oscar..”
“ Dammi....quello di cui ho
bisogno, André..” lo pregò, implorante. Lui serrò
le labbra, forse nel tentativo di contenersi. Si staccò un poco
da lei, prese un asciugamano appoggiato sulla scrivania e lo avvolse attorno
alle spalle della donna. “ Sei fradicia di pioggia, Oscar..ti prenderai
un malanno! “ Prima che lei trovasse la forza di obiettare le sciolse la
giubba militare e la gettò a terra. Prese ad asciugarla dolcemente,
accarezzandole le spalle con le mani sapienti e risalendo lungo il collo
sottile fino a giungere al volto arrossato dalla pioggia. Il tocco di quelle
mani provocò in Oscar una miscela di sensazioni sconosciute che
la lasciarono tremante e senza forze. Se non l’avesse sorretta, sarebbe
di certo crollata. Sentì il suo respiro farsi corto mentre le labbra
di André le premevano sul collo e poi via via sempre più
su, fino a catturarle le labbra che sapevano di lacrime. “ Oscar..Fermami
o dopo sarà troppo tardi..! ” Con le mani avide le sbottonò
la camicia bianca e il contatto delle dita di lui sulla bianca pelle della
giovane fece sussultare entrambi.
“ André, io..”
“ Dimmi, Oscar..” continuando
a baciarla le chiese “..Cosa vuoi? Dimmi cosa provi..se è lo stesso
sentimento che io..No, non posso sbagliarmi..” mormorava “..anche tu mi..”
“ Comandante Jarjayes! ”
I due si separarono immediatamente.
Oscar riconobbe la voce del colonnello D’Agout provenire da dietro la porta.
Con mani tremanti si riabbottonò la camicia, raccolse la giacca
e senza voltarsi a guardare André corse ad aprire. Il colonnello
si mise sull’attenti e, senza mostrare la minima sorpresa nel trovare il
soldato semplice Grandier lì, a quell’ora di notte, annunciò:
“ E’ appena arrivato un messaggio
da parte del generale Bouillé, comandante. ”
Oscar annuì, non fidandosi
della sua voce in quel momento.
“ Il nostro reggimento è
stato convocato presso la sede del generale per ricevere nuovi ordini da
parte di sua maestà il Re. Ho..visto la luce accesa e ho pensato
che avrei fatto bene ad informarvi tempestivamente, comandante. ”
Oscar assentì di nuovo.
Il colonnello salutò e si congedò rapidamente. Lei restò
un attimo in silenzio, poi si voltò a guardare André. Aveva
lo sguardo puntato su di lei, i capelli bagnati, i segni della lotta recente
ancora impressi sul volto. Ed era bello, bello da poterne morire.
“ Perdonami, André,
ma..noi non…”
“ Non preoccuparti, non fa
niente. ” La fermò lui, tentando di sorriderle.
Lei scosse il capo con veemenza.
“ No, non capisci, io..Alain mi ha…”
“ Cosa, Oscar? ” le disse con
calma. “Cosa può averti detto o fatto al punto di farti sentire
così? L’aver saputo che anche lui ti ama ti ha sconvolta? ”
Lei serrò i pugni e
sostenne, con vigore: “ Ma ti sbagli! Alain non mi ama, voleva soltanto…Oh,
André, voleva soltanto spingermi a capire cosa provavo per te..”
Lui sospirò, scotendo
il capo. “ Oscar..Conosco quello sguardo! Alain..”
“ E’ così, André,
mi devi credere! Ora io so con certezza che..” esitò.
“ Che cosa sai, Oscar? ” chiese
lui, la voce carica di speranza.
“ Che dal giorno che ho rischiato
di perderti a Parigi ho scoperto di amarti..E di non poter più stare
sola…senza di te.” Le strinse il cuore la sorpresa che lesse dipinta sul
volto di André. La sua Oscar diceva di amarlo, possibile? Era dunque
proprio vero?Un attimo fa l’aveva tenuta contro di sé, accarezzata
come solo nei suoi sogni più nascosti aveva potuto fare, si era
inebriato del suo dolce profumo, dissetato delle sue lacrime. Più
di quanto sperasse e ora diceva d’amarlo, proprio lui…! Senza rendersene
conto si ritrovò ancora ad abbracciarla ed il loro bacio appassionato,
l’unione di due forze lasciate libere dopo anni di prigionia, riempì
la stanza di luci che solo il loro amore poteva creare e vedere, un’energia
talmente potente capace di portarli in alto, oltre il cielo della rivoluzione
che stava per travolgere le loro vite. Non esisteva futuro, era solo un
ricordo quel passato fatto di privazioni e sentimenti troppo a lungo rinnegati
e soffocati, stringevano tra le loro mani allacciate quel luminoso presente
che li avvolgeva e li riscaldava.
Nessuno osò rivolgergli
la parola quando Alain rientrò nella camerata. In silenzio lo videro
coricarsi sul suo letto, col volto pesto dai cazzotti ricevuti e il ghigno
di sempre stampato in faccia. Una timida buonanotte buttata lì per
caso e dopo pochi minuti già tutti dormivano, russavano, parlavano
nel sonno. Tutti, meno Alain. Con gli occhi pieni di lacrime e il solito,
strafottente sorriso mormorò, a chi non poteva ascoltarlo: “ Buona
notte, mio amato comandante…” E si rifugiò, solitario, in sogni
che potessero consolare il suo povero cuore ferito.
Fine
Laura